ho vissuto 3 fasi facendo l’università:
la prima: inizi e vedi la fine più lontana che mai. ma non te ne frega una mazza;
la seconda: sei esattamente a metà, ti guardi indietro e ti senti come se avessi vinto la guerra dalla soddisfazione che ti senti addosso. il giorno dopo l’esatta metà scopri che era una battaglia. e basta;
la terza: ultima firma sull’ultimo verbale. e non te ne accorgi nemmeno, o quasi.
[possibile quarta quando veramente finirò]
e non è niente eh.
ho scoperto che mi piace traslocare. sia l’atto di sistemarsi sia in quello di levare le tende. voltandomi a guardare entrambe le stanze che mi hanno ospitata (o io ho ospitato loro?) l’unico pensiero è sempre stato: “con me si stava meglio, le mancherò”. quelle stanze ne hanno passate tante. diciamo che sono stati anni intensi. e non siate maliziosi. solo un pò.
ho scoperto che so cucinare, e anche bene se mi impegno. sono brava io e sono brava a coordinare il lavoro altrui nel tagliare le verdure.
ho scoperto che stare da sola non mi dispiace affatto. “dove sei?” . “a Pesaro!” [dissi mentre passeggiavo in Parco Sempione ]
ho scoperto che non sono brava con le relazioni a distanza. no, non mi mancavi.
ho scoperto che sono una donna (quasi) da sposare. non rompo, sorrido, ma sono un po’ troppo invasiva per quanto riguarda l’oggettistica varia che lascio in giro.
ho scoperto anche la nostalgia. perchè ogni tanto ne soffro pure io.
ho scoperto che so mancare. e tanto.
dai, ne ho scoperte molte altre e di alcune si potrebbe dire “seee, hai scoperto l’acqua calda!”. ma va beh.
quindi? quindi devo trovare casa al più presto. conclusione più che ovvia. se qualcuno mi volesse a casa sua lo esterni. accetto proposte di trasferimento.