Archivio per agosto 2014

21
Ago
14

Anche se a me i toy boy non interessano.

Era luglio, credo.
Io avevo 18 anni scarsi, tu 10 e 80mila km.
Gli anni delle macchine son tipo quelli dei cani? Non lo so, ma devo ammettere che già allora ne dimostravi alcuni in più.

Fin da subito mi sei sembrata una guerriera.
Ho parlato a lungo di te al mio babbo, non volevo altre macchine, mi piacevi tu.
Lui ti ha cercata per mesi e alla fine ti ha trovata.

Sei costata meno dello scooter che mia nonna mi aveva regalato 4 anni prima.
Un affarone.

Va beh, poco importa, fatto sta che dal momento in cui ti ho portata a casa, mi sono sentita grande.
In 9 anni ne ho viste, ne hai viste, ne abbiamo viste. Tu non hai mai fatto una piega, te le sei fatte fare da mia sorella.

Quindi, secondo i miei calcoli, ora io ho 27 anni e tu 19.
Se fossi stata un ragazzo, ti avrei tenuto come toy boy. Anche se a me i toy boy non interessano.

Ora ti sfasceranno.
E mi mancherai.
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Grazie per tutti i km.
Tutti e 132.068 quasi 132.069 km.

 

16
Ago
14

So essere figa, ma non come le fighe vere.

Sai, ho pensato che mi dispiacerebbe se cambiassi idea.

Mi hai costretta a fermarmi e a pensare, oddio costretta, mi ci hai portata.
Cosa che tu hai deciso di fare a 1.600km da qui.

Ho concluso dicendomi che sono una persona un po’ così e dico così perché non mi piace dire strana.
Sono una di quelle persone che fanno succedere cose belle. Non lo credevo, ma me l’han detto, quindi ora ci credo.

Ma non sono facile.
Ho quei momenti in cui la mia vita sembra una puntata di Will&Grace in loop, in cui io sono Grace e tutti quelli che conosco Will. E con tutti intendo tutti. Tutti gayz, tranne ovviamente quel qualcuno che a volte spunta e non lo è.
Sempre in mezzo alla gente, poche volte sobria, sempre sorridente. Quando sorrido son tutti più contenti.

E poi ho quei momenti in cui ho voglia solo di scrivere, ammazzarmi di telefilm, non mangiare e bere solo caffè americano, fumare guardando il soffitto e ascoltare i Kings e in cui penso che vorrei non avere nessuno tra le palle, nessuno che mi cerchi o mi chieda come sto.
Una sociopatica.

E mi rendo conto che solo poche persone, in quei momenti e in questo momento, saprebbero trovare il modo giusto per starmi tra le palle.

Faccio cose stupide.
Impreco per un biscotto inzuppato troppo e precipitato dentro a una tazza di the troppo caldo o rido durante un film horror perché ho avuto un brivido (i brividi sono buffi, è indubbio), bevo ancora il latte.
Canto i Gipsy King tagliando le zucchine a dadini, piango per molte delle cose che le persone trovano assolutamente normali.
Bevo troppi Fargo al Rita, dico tante parolacce, mi vesto da rocker comoda.
Ma mi piace anche il vinello buono che fa tanto radical chic, so parlare garbatamente come le principesse vere e so comprare delle bellissime scarpe da Vivienne Westwood.

So essere figa, ma non come le fighe vere.

Tu hai un’altra vita.
Io non voglio andare a Montecarlo in mezzo ai ricchi, voglio andare a Londra per negozietti.
Non voglio andare a ballare all’Hollywood, voglio andare ad un concerto e saltare tantissimo.
Non voglio andare alle feste in piscina con le tipe in costume e tacchi da zoccola, voglio le spiagge deserte in Messico.
Non voglio organizzare cose, voglio perdermi (ma in posti senza ragni, che ho una paura fottuta dei ragni).

Tu hai un’altra vita.

Se a 27 anni volessi fermarmi e guardarmi allo specchio, metterei il viso di lato, tirerei dentro la pancia e cercherei di far sembrare le gambe più lunghe e le tette più grosse.
La solita posa da hipster che devi fare ogni volta che senti la fotografa del locale gridare: “HEEEY FOTOOOH!” e ti sbatte la macchina fotografica in faccia.

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Non voglio pensare a nient’altro, perché se ci penso piango.
Mi direi che sono felice, perché mi piace dirlo.

Ridendo e scherzando, ho concluso che mi dispiacerebbe se cambiassi idea.

No bullshit.
Se c’è una cosa vera è che non so dire le bugie.
E avrò pure i tatuaggi, i piercing e i capelli colorati, ma sono supercute come nessuna.

06
Ago
14

Per il bene delle donne che io tanto odio.

Dire a una persona che è una bella persona non vuol dire niente.
Ogni volta che qualcuno lo dice, da qualche parte nel mondo sboccia una bestemmia.
Sembra quasi una cosa bella.

Io non so spiegarmi, quindi ho preferito fare così.
Se non ti piace leggere, <parolaccia tipo vaffanculo>.
Questa cosa sembra pesa, ma non lo è. È il mio solito tono, che ovviamente tu non conosci. 
Ecco, non ho 10 anni e non sto per dirti che mi piaci, figuriamoci.
Non siamo sulla pagina di oggi dentro una Smemo e non corre l’anno 1997.
Anche perché tu saresti già troppo vecchio.

Lo faccio per me, perché è l’unico modo che conosco per non perdermi via.
Per non perdermi cose.
Lo faccio solo per alcune persone che incontro e che meritano un minuto in più del mio tempo.
Tipo te.

Tornando a noi, ci sono mille modi per dire a una persona che è una bella persona, senza dirle che è una bella persona.
Ad esempio dicendole cose come quelle che sto per dire a te.

Io trovo che tu sia un po’ debole, anche se a me non l’hai detto perché è una cosa che solitamente non si dice. Si intravede.
Ma non in senso negativo. Si può essere deboli in diversi modi.
Penso che tu, dal momento in cui capisci di volere una cosa, ci metta tanto tempo prima di passare all’azione. Che si tratti di volerla avvicinare o allontanare.
Penso tu abbia la tendenza a fissarti, che sia paranoico, che ti piaccia fermarti a pensare. Anzi scusa, a ricordare.
Ti piace fare il vecchio.
Tutto questo è interessante.

Però la pora stella appena adolescente deve finirla. Qualcuno deve dirle che l’ultimo squillo lungo è stato fatto nel 2000,  poi son stati vietati dal buonsenso.
Il mondo è delle stronze, lo sappiamo tutti, ma nessuno è costretto a fare la figura del perfetto innamorato/disperato.
E non serve spaccare bottiglie e uccidere famiglie.
Tutto questo è un problema.

Non penso davvero tu sia una fighetta, non l’ho mai pensato.
Mi sentivo di coglionarti un po’.
Sei uno strano, uno molto lontano dall’insensibilità, a modo suo. 

Hai degli occhi molto belli.
Non ci sto provando.

Trovo tu abbia qualcosa di bello, ma ovviamente anche di brutto, il che rende quel qualcosa di bello ancora più bello.
La mia è ignoranza nei tuoi confronti.
Sei un bel libro, visto dalla copertina. Ti ho messo un’orecchia a pagina 40, stendila bene, tirala, così nessuno noterà niente quando ci ripasserà.
Non ho strappato niente, ne sono quasi sicura. Se c’è qualcosa di strappato non sono stata io.

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Un po’ come quel libro che da ieri è a casa tua. 
(Sì, c’è una pagina rovinata. L’avevo notata prima di comprarlo, ma ho pensato andasse benissimo lo stesso) 

Comunque, le persone si incrociano per un qualche motivo che non è dato sapere. Dicono tutti così. A me le persone piacciono molto e mi è piaciuto incrociare te. 
Del perché sia successo, sinceramente, non me ne frega niente.
Perché la casualità è incredibilmente bella e rende incredibilmente curiosi.

Ah, buon viaggio.
Spero non ti venga mal di piedi.

Io torno di là a farmi i cazzi miei.
Ovviamente sorrido, come al solito.
Tu nel frattempo non tagliarti la barba, per il bene delle donne che io tanto odio.

 




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Così tanto tempo e così poche cose da fare..

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