Posts Tagged ‘università

23
Feb
10

TRE anni dovrebbero durare QUATTRO anni. e mezzo.

ci sono delle cose che si fanno aspettare un sacco di tempo [un po’ come me il mercoledì sera quando si doveva uscire]. ma per quanto si aspetti, quando arrivano sembrano passate solo alcune ore.

tre anni dovrebbero durare tre anni, non alcuni mesi.

tre anni dovrebbero durare quattro anni. e mezzo.

io una cosa così intensa non l’ho mai provata. io delle persone come loro spero di portarmele dietro per tantissimo tempo. io la libertà che avevo spero di riprendermela molto presto.

io sapevo che il giorno della laurea avrebbe decretato la fine di tutto questo. doveva arrivare, e meno male che è arrivato. il capitolo Pesaro è chiuso. il capitolo università è chiuso. il capitolo “vita da grandi” è iniziato, e non vedevo l’ora.

il capitolo voglio un lavoro è iniziato pure lui, ma per la prima settimana ho preso ferie.


28
Set
09

come quando un BIMBO scopre qualcosa di NUOVO.

ho vissuto 3 fasi facendo l’università:

la prima: inizi e vedi la fine più lontana che mai. ma non te ne frega una mazza;

la seconda: sei esattamente a metà, ti guardi indietro e ti senti come se avessi vinto la guerra dalla soddisfazione che ti senti addosso. il giorno dopo l’esatta metà scopri che era una battaglia. e basta;

la terza: ultima firma sull’ultimo verbale. e non te ne accorgi nemmeno, o quasi.

[possibile quarta quando veramente finirò]

e non è niente eh.

ho scoperto che mi piace traslocare. sia l’atto di sistemarsi sia in quello di levare le tende. voltandomi a guardare entrambe le stanze che mi hanno ospitata (o io ho ospitato loro?) l’unico pensiero è sempre stato: “con me si stava meglio, le mancherò”. quelle stanze ne hanno passate tante. diciamo che sono stati anni intensi. e non siate maliziosi. solo un pò.

ho scoperto che so cucinare, e anche bene se mi impegno. sono brava io e sono brava a coordinare il lavoro altrui nel tagliare le verdure.

ho scoperto che stare da sola non mi dispiace affatto. “dove sei?” . “a Pesaro!” [dissi mentre passeggiavo in Parco Sempione ]

ho scoperto che non sono brava con le relazioni a distanza. no, non mi mancavi.

ho scoperto che sono una donna (quasi) da sposare. non rompo, sorrido, ma sono un po’ troppo invasiva per quanto riguarda l’oggettistica varia che lascio in giro.

ho scoperto anche la nostalgia. perchè ogni tanto ne soffro pure io.

ho scoperto che so mancare. e tanto.

dai, ne ho scoperte molte altre e di alcune si potrebbe dire “seee, hai scoperto l’acqua calda!”. ma va beh.

quindi? quindi devo trovare casa al più presto. conclusione più che ovvia. se qualcuno mi volesse a casa sua lo esterni. accetto proposte di trasferimento.

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19
Mag
09

ORDINARIA UNIVERSITà #04

perchè capita di prendersi un caffè alle macchinette invece di andare al baretto.

già non mi va a prescindere perché so che in facoltà il caffè fa schifo, ma Diego  mi convince e si sale.

monetine, clickclick, ok. mi avvicino alla macchinette del cibo. noto lui:

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lo snack g(gg)iovane dal cuore tenero.

ora. cosa cavolo vuol dire? questo è LO snack GGGIOVANE dal cuore TENERO.

sono tentata. ancora. ancora. ok lo prendo. digito 50 e scende.

STEP #01: appoggiarlo al tavolo vicino al caffè.

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STEP #02: scartare la tortina delicatamente.

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STEP #03: guardarla. attentamente. ecco dopo averlo fatto è sicuro che vi sorgano dei dubbi. il primo sarà: “ma perchè ho buttato 60 centesimi?” ma subito dopo scatterà la curiosità: “ci sarà il cuore tenero dentro?”. DEVO saperlo.

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STEP #04: accertarsi che ci sia veramente il cuore tenero. c’è. fiù. (n.b. voi ben sapete che la temperatura iterna delle macchinette delle cibarie è quella del circolo polare, quindi il cuore tenero -in cioccolato- c’è ma non è tenero)

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CONCLUSIONE: il dolcino non è buono, metà è rimasto nella carta vicino al caffè schifoso avanzato. insomma, un bel momento.

ci dispiace del disturbo.

p.s. la bidella Gloria non è ancora arrivata.

11
Mag
09

ORDINARIA UNIVERSITà #03

sempre la bidella Gloria: “hey fenomeni! io chiudo la porta, dall’esterno poi non si apre. non ditelo alla Miriam.”

io non avevo la musica nelle orecchie come lei pensava. mi giro e le faccio: “Glo ti sento!”.

bidella Gloria: “buhahahaha”.

subito dopo.

bidella Gloria: “siete stati alla festa della limonata?”

tutti: “quale limonata? quella che si beve o l’altra?”

bidella Gloria: “come voltete, si inizia con una e si finisce con l’altra”

28
Apr
09

ORDINARIA UNIVERSITà #02

mi trovo seduta su uno dei tavoli nella hall della facoltà.

la musica nelle orecchie fa si che io mi estranei da tutto e da tutti.

noto una figura in avvicinamento, la bidella Gloria. mi guarda, si avvicina sempre di più. ha una bottiglia in mano, la apre. si fa cadere un po’ d’acqua sulle dita. fa un gesto simil “benedizione” ma gettandomela addosso grida: “io ti esorcizzo!!”.

grazie Gloria. son momenti. 🙂

21
Apr
09

ORDINARIA UNIVERSITA’ #01

#01—> entro in facoltà, contenta anche se è una giornata piovosa. vedo la bidella Gloria in lontananza, mi guarda, la guardo.

mi dice: “oh Miriam, sei arrivata! mi sei mancata” (tono ironico ma carino come sempre).

voglio un uomo come la bidella Gloria.

#02—> mi dirigo verso il bagno.

la Gloria mi guarda e mi fa: “non puoi farla qui!” e io: “come no?? io la voglio fare qui!!” lei: “no! ho buttato l’acido! se ti vuoi bruciare la Jolanda!!” io (esco urlando): “nono, valà! non mi voglio bruciare la Jolanda!!”.

#03—> entra una signora in facoltà, appoggia l’ombrello e mi fa: “quando torno lo ritrovo vero?”

allora, ho la faccia da ladra di ombrelli? io quest’anno da quando sono a Pesaro NON HO MAI avuto un ombrello, ho perso il primo dopo una settimana e non ne ho mai più comprato uno. pigrizia dite voi? no! Santa Gloria dall’ Università, che mi regala gli ombrelli.

fatto sta, cara signora, che lei l’ha detto alla persona sbagliata di controllarle l’ombrello.

24
Feb
09

CRAZY DAMN holy MADNESS!

Nome: MIRIAM

Cognome: PITTIONI

Età: 21, quasi 22..non me ne parlate.

Data di Nascita: 7/4/1987

potrei scrivere anche il periodo, probabile, in cui verrò a mancare, databile in un qualche giorno tra novembre e dicembre 2009.

succede che arriva un momento in cui DEVI fermarti, perché pensare e riordinare le idee è necessario. hai un’idea per la tesi che non hai ancora sviluppato. ma ti arriva una proposta, leggi tutto per bene, ti ribalti dalla sedia e la cosa ti spaventa un po’. (non lo scapottamento -a me piace con una “p”-, ma l’argomento). tanto. non per il volume di lavoro di cui necessita, ma per la paura di cedere, arrivare a un punto e pensare che non sei più capace di portare avanti la cosa.

non ho paura di dire no e scrivere la tesi da sola. non ho paura di lavorare con me stessa (hahahahaha), molte volte preferisco fare le cose da sola piuttosto che dover riporre la fiducia in qualcun altro. potrei dire che mi fa ancora male il culo, ma voi due siete una figata e se non finiamo a prenderci a cornate deve venire fuori per forza una figata.

vi dico che se iniziamo questa follia, arriviamo fino alla fine; e anche se a un certo punto dovessimo capire che non finirà come avevamo pensato noi (e su questo siamo in 4), il punto alla fine ce lo mettiamo lo stesso. per tutto il tempo che ci vorrà, per tutte le ore di treno che ci dovremo fare, per le ore al telefono e le mail lunghissime: noi siamo capaci di farla questa cosa.

se Los Angeles ce l’ha buttata significa che qualcosa di positivo in noi lo vede. o per lo meno ha intravisto qualcosa.

non voglio ritrovarmi a pensare che stiamo buttando via del tempo prezioso, non voglio desiderare di tornare all’inizio di questa cosa (praticamente ora) per scrivere la mia tesi da sola, perché si sta facendo solo un gran casino.

non voglio deludermi, non voglio deludere voi e non voglio deludere lui.

“il mondo è mio”. tu, caro rocker, potevi gridarlo e sapevi che era tuo veramente; a noi fino adesso l’ha detto solo Aladdin.

aladdin2

però Diè, non mi devi rompere le palle! SCHERZO SCHERZO SCHERZO!!

e mia cara Miss, abbiamo già avuto a che fare io e te e mi pare non sia andata affatto male.

quindi che si fa? io sono pronta. forse.

revolution

e poi il casino vero è lavorare con me.




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