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06
Ago
12

So called life.

La gente crede di vivere in un film.
Alla gente piacerebbe vivere in un film.

La gente vive solo perché deve farlo e cerca di farlo nel miglior modo possibile perché non può fare altrimenti.

Questa cosa qui non è un film. Tutto è complesso e tutti sono sempre dannatamente pronti a renderti infelice. Rendere infelice una persona è un gioco da ragazzi, mentre renderla felice no. La maggior parte delle persone dà troppa importanza a quello che dicono, fanno e pensano gli altri.
Dopo un po’ inizia a convincersi che la propria felicità o infelicità dipenda completamente da quello.

A volte è vero.
Altre volte no.

La gente deve imparare a volersi bene. Indipendentemente da tutto quello che la circonda.

Volersi bene è difficile. Voler bene ad altre persone è difficile. Scegliere a chi voler bene è ancora peggio.

Ora, se tu la pensi in modo diverso non sarò io a farti cambiare idea. Ma se mi dessi la possibilità di entrare, anche solo un po’, nella tua vita, so che ce la potrei fare. Le persone speciali esistono e su questa terra hanno uno scopo: trovare quelle che lo sono, ma che ancora non l’hanno capito.

Sai quand’è che cambieranno davvero le cose?
Te lo dico io.
Quando ti convincerai che ci sono certe persone, anche se arrivate così dal nulla, ci tengono a te, ci tengono alla tua felicità e imparano a volerti bene.
Eh sì, a volte arrivano per caso, per volontà divina e non hanno paura che ti stufi di loro.

Però a volte sembra davvero tutto un film.

Sì, ti vogliono bene.
Ti voglio bene.

E devi sorridere.
Buon viaggio. Io ti aspetto qui.

11
Set
11

“sono contento e finchè sono contento, ti comprerei anche l’america.”

Capitano sempre un sacco di cose. Nella mia vita intendo.

Ma sto bene.

Ho un lavoro che mi piace, almeno fino a fine anno, ma vorrei continuasse ad oltranza.
Ho litigato con mia sorella.
Ho un nuovo paio di scarpe, sono bellissime e profumano di anni ’90.
Voglio farmi i capelli rossi.

20110911-164842.jpg

Parliamo di felicità.

Aspettando il treno, il mio babbo mi fa: “Ti sono venute le vesciche?”
Io: “Mi stanno venendo delle gran vesciche babbo.”
Lui: “Bene! Perché a me, quando ho iniziato a lavorare, sono venute subito e mi ricordo esattamente tutto quello che è successo.
Sono contento, perché tu sei sempre andata avanti e non ti sei mai fermata. Ti sei spostata e non hai mai avuto paura di farlo. Ti sei adattata e non è da tutti. Molte persone, piuttosto che adattarsi, rimangono dove sono e si accontentano. Adesso sei riuscita ad arrivare dove volevi e ti stai facendo il culo. Vedrai che andrà tutto bene.
Non ti preoccupare di cose inutili. Noi ci siamo sempre. Ci siamo perchè sappiamo come siete e quello che valete. Sia tu che tua sorella”

So che non lo dice per dire, perché se il mio babbo ti considera un rincoglionito, te lo fa capire. Figlie comprese.

“Miriam, io sono contento e finché sono contento, ti comprerei anche l’America.”

Sapere che con quest’ultima frase intendeva dirmi “farei qualsiasi cosa per te”, beh, mi viene un po’ da piangere.

Sapere che è contento, mi rende la persona più felice. Perchè lui è quello che si fa sempre, e dà sempre, il culo.
Ora me lo sto facendo io, per me. E per lui.

Non ti deluderó. Non lo faró.
La voglio comprare io a te l’America, perché anche io farei di tutto per te.

La voglio comprare io a te l’America, ma come sempre, mentirei su quando ho speso.

05
Giu
11

Dai, vieni di là, perchè lo sai che là la vita è bella.

Dai, vieni di là.

Ora ha casa nuova a Milano. Grande cosa. Grandissima.
Ora ha delle nuove cose a cui pensare. Grande cosa. Positiva se non altro.
Ci sono anche delle nuove persone nella sua vita. Belle, apparentemente. Molto.
Ci sono delle cose che non dovrebbe portarsi di là, ma lo fa.
Ci sono delle cose che ancora non può portarsi di là. Prima o poi lo farà.

Adora le enormi pareti del salotto e al secondo giorno è già cascata dalle scale (non si è fatta male).
Deve comprare le grucce, perchè non ne ha abbastanza per tutti i vestiti. E anche un nuovo manico per il mocio.
Le piace la camera soppalcata con vista (sul salotto).
Non vede l’ora di riempire la libreria con i suoi libri e i giornali.

Ha deciso che in casa vuole che ci sia sempre del succo d’arancia e della vodka.
Poi il latte e le fette biscottate.

La tele non la vuole per ora, ma forse prima o poi la comprerà.

Ah, tra le cose che non sono cambiate c’è una persona, sempre quella, che continua a dirle che è fatta male. Pensa troppo, dice. Vero, ma le sta bene così, risponde. Soprattutto perché, che rimanga qui, da poco tempo ha capito che quella persona è fatta esattamente come lei. Ed è anche per questo che le vuole bene.
Forse glielo dice per evitare che poi ci rimanga male. Delle cose, in generale. Ma lo sapete com’è fatta.

[p.s. fairy tale_01]

Fantasticare sul nulla è divertente, anche se al mattino ci si sveglia un po’ così. Ci sono delle cose che vorrei dirti, anche se lo so anche io che farei prima a farti uscire dalla mia testa. Decisamente più facile.

Sì, me l’hai già detto che hai da fare, che devi scappare, ma dammi solo 10 minuti. E rimani con me.
Sì, me l’hai già detto che non hai tempo, che hai tante cose per la testa, ma se vai a casa lo sai anche tu cosa succede. Succede che dopo 5 minuti prendi il telefono e mi chiami comunque. E mi chiedi se ci possiamo vedere.

Voglia di rincorrerti non ne ho. Non sono il tipo. Anzi, non è che non lo sono, ma è che non voglio darti fastidio.

Va beh, fai come ti pare, io vado di là.

Ti prego, dimmi che ti va di venire di là.

08
Feb
11

cigarettes and wine w/ me. on demand.

[spoiler alert] questo post non parla di amori casuali, innamoramenti momentanei o cazzate del genere.

comincerò questo post con queste frasi:

text me and tell me to meet you at the bar, buy me a coffee, make me laugh. then walk me home and just before leaving, tell me I’m the most amazing ‘I don’t know you, but I’d like to’ person you’ve ever met.

ebbene sì, come ho già detto, questa vita ormai la finisco.

volete sapere qual è il problema? ve lo dico: il problema è che quella stronza, ogni tanto, si fa imbambolare da qualcuno e io mi ritrovo, per colpa sua, a dover gestire con dignità gli ultimi caffè e le ultime sigarette.
si pensa che incontrare persone che ti facciano ridere, star bene e con le quali tu riesca (e possa) essere te stesso sia difficile. persone che stiano bene con te anche standosene seduti in salotto fumando sigarette, bevendo e ascoltando una playlist a caso -che solitamente propone almeno una canzone trash, una made in UK, una dei Kings of Leon e una di Lady GaGa.

lo è, è vero.

come sempre potrei raccontarvi un sacco di cose, storie e aneddoti. scene da film, ma anche da telefilm va bene. oggi tocca a questi pensieri qui.

siediti sulle mie ginocchia che ti dico una cosa.
se i tasselli dello ‘Scarabeo’ che si trovano nella tua testa, guardando una persona a te sconosciuta, si animassero e autonomamente formassero queste parole: “lui/lei mi starebbe simpatico/a”. fidati di quei pezzi di plastica. perché ancora non lo sai, ma con quella soluzione potresti guadagnare un sacco di punti.

lettore, accendimi una sigaretta che poi ti insegno una cosa
se ti ritrovi nella situazione in cui ti stai scambiando qualche sguardo con qualcuno, prima che se ne vada e tu impazzisca a causa del rimorso, non aver paura di fare figure di merda, rincorrilo con classe e chiedigli almeno come si chiama.

perchè è proprio così che ho conosciuto lui.

non è una questione di fortuna. la questione è che noi viviamo di carte giocate e su ogni carta c’è scritto qualcosa. a random qualcuno le fa scendere sul tavolo e poi se ne sta a guardare, divertito. succede che ci va di culo, che sappiamo gestire al meglio le situazioni e ci portiamo a casa solo cose positive. succede che ci va male, ma quando siamo incazzati non possiamo cambiare le cose, solo aspettare che scenda una carta migliore. oppure succede che siamo felici e vorremmo che le cose rimanessero così come sono, ma a quel punto qualcuno rimescola tutto e si ricomincia da capo, con i soliti dubbi e un po’ di amaro in bocca.

ritrmo altalenante. un giusto equilibrio tra sorrisi e lacrime, ricordi e voglia di qualcosa di nuovo.
sapete cosa c’è? c’è che si può sorridere per un sacco di cose e con un sacco di persone, ma le lacrime scendono solo per qualcuno di importante. c’è che di ricordi non si campa, ma alcuni, solo alcuni, li vorremmo sempre dannatamente con noi.

è così che casualmente ho conosciuto lui ed è così che momentaneamente, perchè questo è il gioco, stiamo per mettere tutto in pausa.

13
Dic
10

Vieni, siediti qui.

Quando era piccina tutto era più semplice.

Poteva ascoltare una canzone e fare finta di conoscerla senza sembrare un’idiota muovendo le labbra a caso.
Occupava molto meno spazio.
La gente le dava molti più bacini.
Poteva indossare vestiti 90′, che adesso sembrano solo molto buffi e non tutti se li possono permettere.

Non sapeva un sacco di cose, ma ne inventava tantissime.

Non si doveva truccare.
Non doveva farsi i capelli.
Le unghie.
Non sapeva che sapore avessero le sigarette.

Non sapeva un sacco di cose, ma tutto sembrava andare bene lo stesso.
Non poteva dire le bugie, perchè non ne era capace. E anche adesso non è che sia un mostro di bravura.

Sapeva che voleva disegnare. E avrebbe disegnato tutta la vita.
Sapeva che avrebbe cantanto. Oh sì, di quello ne era proprio certa.
Sapeva che avrebbe sempre parlato un sacco.

Non sapeva quando sarebbe cresciuta.
Non sapeva quando avrebbe cominciato a dire le parolacce (ma si ricorda esattamente quando poi ha cominciato)

Sapeva che non le andava di piangere, perchè poi, quando una bambina piange, tutti si preoccupano più del necessario.

06
Lug
10

Living w/ me.

Oggi ho fatto l’abbonamento mensile per i mezzi.
É un passo importante.

ATM point, Duomo. Compilo il foglio, prendo il biglietto con il numero e attendo. Un sioretto inglese mi si avvicina e mi chiede una cosa, lo invito a prendere il biglietto, perché “funziona così”. Dopo alcuni minuti mi chiede di che paese fossi; aimé, ho dovuto ammettere di essere italiana. Poco male. Saluto lui e la moglie e mi avvicino allo sportello con sopra il mio numero.
Destino ha voluto che il dipendete ATM con cui avrei dovuto avere a che fare fosse simpatico, leggermente attempato ma un po’ rock. Destino ha voluto che, riguardando i miei dati, notasse che sono nata a Gemona del Friuli.
“Ho fatto il militare a Gemona!”
“Molte persone che incontro, non friulane, hanno fatto il militare da quelle parti”.
“É stato molto bello.. Però il terremoto..”
Ecco, da qui fate partire il cronometro: 15 minuti a parlare del terremoto, interessante ovviamente, però mi sono immaginata le smadonnate delle persone che attendevano dietro di me.
Mi sono divertita, anche perché la discussione ha coinvolto altri due dell’ATM. Concludiamo l’affare.
Ho la mia tessera, sarà attiva da lunedì.

Oggi ho speso un sacco di soldi.
L’altro giorno in metro mi hanno offerto un lavoro come portinaia (ho il contatto telefonico).
Ho comprato un paio di scarpe assurde.
Ho mobilitato tutte le commesse di ZARA per un paio di leggings che, alla fine, non ho comprato.
A volte la gente mi saluta, ma io non la conosco.

Mangiare l’anguria é sempre una soddisfazione.
Mangiata senza mani, giocando a “chi.sputa.i.semini.più.lontano.é.il.più.figo.di.tutti”.

Milano mi piace.
Il mio autobus 16 mi mancherà. E anche Samantha.
Fine pt.1.

(photo credits Mario Banale)

14
Mag
10

Can you hear the sound?

È da molto che non scrivo, e devo ammettere che dall’ultimo post ne sono successe di cose.
Tanto per farvi capire l’andazzo: laurea, respiro, milano, lavoro. Diciamo che ho riassunto troppo. Ridurre all’osso questi due mesi di vita è uno spreco. Ridurre questi due mesi di vita così è un insulto.
Sono vivissima e sto vivendo uno dei momenti più belli della mia vita. Apparentemente non manca niente, di materiale.
Leggo un sacco di giornali, passo molto tempo sottoterra, mangio poco e cammino tanto.
Dalle 8 di mattina alle 8 di sera, durante la settimana, non vedo mai casa mia. Dalle 9 di mattina alle 7 di sera cerco di non fare cazzate e di non darla vinta alla vita da grandi. Quando arrivo a casa la sera mi coccolo il letto. Mi diverte scegliere i vestiti la mattina.
Mi piace la gente che mi gira intorno e mi manca quella che non lo fa più.
Le mie amiche a Pesaro mi dicono che qui troverò l’amore, vogliono che, la prossima volta che scendo, gli presenti la persona di cui mi sono innamorata. (hahahaha)
Mi piace Milano, mi piace cosa mi sta succedendo, e mi piace l’idea di poter rimanere. L’idea.

Ero una ragazzina che diceva le parolacce. Ora lavoro, e continuo a dire le parolacce.

23
Feb
10

TRE anni dovrebbero durare QUATTRO anni. e mezzo.

ci sono delle cose che si fanno aspettare un sacco di tempo [un po’ come me il mercoledì sera quando si doveva uscire]. ma per quanto si aspetti, quando arrivano sembrano passate solo alcune ore.

tre anni dovrebbero durare tre anni, non alcuni mesi.

tre anni dovrebbero durare quattro anni. e mezzo.

io una cosa così intensa non l’ho mai provata. io delle persone come loro spero di portarmele dietro per tantissimo tempo. io la libertà che avevo spero di riprendermela molto presto.

io sapevo che il giorno della laurea avrebbe decretato la fine di tutto questo. doveva arrivare, e meno male che è arrivato. il capitolo Pesaro è chiuso. il capitolo università è chiuso. il capitolo “vita da grandi” è iniziato, e non vedevo l’ora.

il capitolo voglio un lavoro è iniziato pure lui, ma per la prima settimana ho preso ferie.


14
Dic
09

guanti.

se guardo fuori, vedo la pioggia. mi avvicino le dita alla bocca. sono fredde, andare fuori a fumare con questo tempo è una sfida.

c’è che ultimamente il modo più veloce per scaldarsele, o per lo meno per non sentire freddo, sono stati copiosi Long Island.

e sai che c’è? c’è che la gente si scalda tenedosi per mano.

e poi è inverno, fa freddo. sempre. se esce il sole mi faccio dare qualche bacio, ma non mi basta. son freddolosa.

c’è che certe persone continuano ad attirare la mia attenzione. involontariamente. e si appropriano di parte dei miei pensieri.

il cielo è grigio, per la maggior parte del tempo. piange. ma quando sorride è stupendo. stiamo bene insieme, io e il cielo. ci capiamo.

se permetti, ragazzo, io vorrei ballare con te.

10
Giu
09

ON THE phone.

[PREMESSA: è da un po’ che non scrivo. non ho la testa per mettermi li a vedere pubblicità e analizzarle. ho comprato l’ UOMO vogue, il PIG. non ho letto niente. quindi questo è un post personale, che può interessare o meno. era solo per avvertirvi)

oggi tornando dalla facoltà stringevo la bottiglia dell’acqua. avrei voluto tirarla, lanciarla violentemente in direzione di qualsiasi cosa. ho della rabbia in eccesso, deve uscire e non sa come fare.

non so come fare.

ho tante persone vicino e vorrei tanto poter parlare con loro, ma non posso. ci sono cose che fanno male, io le so gestire, qualcun’altro no. ci sono dei momenti in cui le persone mi vedono piangere al telefono e quando chiudo la chiamata, con una dolcezza infinita, mi chiedono: “facciamo finta che non è successo niente o ne vuoi parlare?”. e io:

“facciamo finta che non è successo niente”.

non è neanche quando piango io. è sentire la persona all’altro capo del telefono che lo fa. lo fa quando le dici frasi come “io per te farei di tutto”.”tu sei la mia vita, lo capisci?”. piange perchè si rende conto, ma non sa come reagire. non sa come reagire evitando di ferire automaticamente qualcun’altro.

il fatto che io sia distante non significa che non ci pensi continuamente. che non ci stia male. lo maschero, ogni tanto meglio e ogni tanto peggio.

ho voglia di abbracciarti.

dirti che ti voglio un bene che non puoi neanche immaginare.

dirti che ti rivoglio indietro.

rivoglio la persona con cui passavo intere giornate a ridere per delle stronzate.

ti rivoglio indietro.

come prima.

piccola.

cuninute.




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